Posto un commento che ho provato a lasciare sul blog di Keynes82, dico provato perchè per ora non appare fra i commenti. Comunque lo posto perchè mi sembra interessante il discorso che ne è uscito fuori anche se in parte è già trito e ritrito. Se poi non vi piace cancelliamo il post.
“Keynes vedi di parlare anche del Miliardo e mezzo di euro tagliato a ricerca e univesità nei prossimi tre anni. Si, la fondazione è FACOLTATIVA (telo scrivo grande così non puoi dire che dico il contrario) ma in tutti quei posti dove le università non volessero diventare fondazioni (e guarda caso le prime ad opporsi a diventarlo sono quelle di Milano e Torino) e dove non ci sono aziende/fabriche/altro che possa finanziarle (pigliamo ad esempio la calabria) cosa faranno nel caso volessero mantenere lo stesso standard di servizi offerti agli studenti? è inutile cianciare di fantomatiche aziende estere che vengono a salvare le nostre università. hanno le loro a disposizione e non vedo perchè dovrebbero mandare soldi fuori dal loro stato. Altro problema non da poco è che una ricerca finanziata da un privato è anche PILOTATA dallo stesso. La ricerca libera morirà e se ad economia non ottiene risultati (o almeno questo dici tu) io ti posso garantire che nel ramo di ingegneria con quei quattro soldi che sono arrivati finora la ricerca libera ha ottenuto questo e l’altro mondo di risultati. e ribadisco (fonti alla mano) che siamo il paese che in rapporto a PIL&Co. spende meno di tutti gli altri in questo campo. Una riforma universitaria seria è INDUBBIAMENTE NECESSARIA A LIVELLO DIDATTICO. Questo non giustifica alcun taglio di fondi indiscriminato come quello in atto con la 133. Hanno riempito la testa della gente con i 37 corsi da 1 persona. Se sono questi gli sprechi basta fare una legge che impedisce di creare un corso con meno di X persone. (I controllori ci sono, se hanno accettato queste cose sono i primi a dover essere puniti). Analogamente il discorso vale per i Baroni e tutto il resto. Hanno riempito i media di parole che giustificassero i tagli ma (citanto Andrea) “Se un albero (università) ha i rami secchi, il giardiniere (in questo caso lo stato) pota i rami secchi, non smette di dare acqua alla pianta o questa muore”. La metefora è quanto mai azzeccata. Lo stato invece non solo ha tagliato i fondi ma ha manifestato l’intenzione di fare andare avanti solo scuole e università private (basta vedere l’affermazione del premier del 29 in cui rassicurava gli istituti privati che i tagli in finanziaria riguardavano solo le parti pubbliche). C’è una spinta verso il modello americano e, dal mio punto di vista, e ribadisco ancora DAL MIO PUNTO DI VISTA, è quanto più di sbagliato ci possa essere; una nazione dove per avere una cultura devi pagare, dove per essere curato devi pagare o ti lasciano morire, dove se vuoi fare qualsiasi cosa devi pagare è contrario a tutto ciò che ci rende ITALIANI (nel bene e nel male). Occorre una riorganizzazione generale dello stato? dei servizi? della scuola? della sanità? ok, fatelo ma non c’è assolutamente da perdere di vista la gente che deve viverlo questo paese. Siamo noi Italiani a fare dell’Italia lo stato più famoso al mondo (e non lo dico per vantarci). Il premier deve ricordarsi che non sta guidando la sua azienda personale e che noi tutti non siamo i suoi dipendenti. Se non siamo d’accordo con lui non ci può licenziare fregandosene di noi. Ho divagato un pò dall’argomento principale e sicuramente avrò scordato qualcos’altro ma spero non sia un problema.”
DAVU
“”Vorrei mantenere la Finanziaria così com’è. Ciò non vieta che all’interno della Finanziaria ci siano margini di correzione. Per esempio nella distribuzione delle risorse che i singoli ministri hanno fatto, ho colto delle cose da correggere. Penso per esempio alla scuola privata. <Silvio Berlusconi – 29 Ottobre 2008>”
Ps. Ho un aggiunta da fare, ossia una delle cose che ho dimenticato, la fuga di cervelli. Le migliori menti del mondo sono italiane. Una delle più importanti ricercatrici Sandra Savaglio, la quale ha avuto la copertina del Times l’anno scorso per ricerche svolte all’estero, si è laureata all’unical (!!!). E come lei cene sono tanti altri. Se la fuga è già consistente, figuriamoci quando non ci saranno più soldi… ah già. il governo ha risolto anche questo perchè quando resteranno solo gli istituti a pagamento molti ragazzi non seli potranno permettere, non potranno studiare e quindi non diventeranno ricercatori e non potranno andare via. Evviva il governo italiano che ne sa una più del diavolo.
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